Il ciclo con la storia di sant’Orsola costituisce uno dei vertici assoluti della collezione delle Gallerie dell’Accademia, sia per la qualità artistiche che per l’affezione sempre dimostrata da parte del pubblico frequentatore del museo.
L’insieme narrativo dei nove teleri venne eseguito da Vittore Carpaccio (Venezia 1460 ca – Venezia o Capodistria 1525/26), per la Scuola di Sant’Orsola, tra il 1490 e il 1495 circa.
I nove dipinti decoravano in origine le pareti della Scuola di Sant’Orsola, confraternita devozionale, situata presso la basilica dei Santi Giovanni e Paolo. Essa contava tra i suoi membri numerosi patrizi veneziani, tra essi i Loredan, considerati tra i più probabili committenti delle tele e alcuni giovani associati alla Compagnia della Calza.
Le opere giunsero in museo intorno al 1812, a seguito della soppressione della Suola e vennero disposte, senza consequenzialità narrativa e confuse con dipinti di altri autori, nei saloni progettati da Giannantonio Selva. La prima sistemazione unitaria, realizzata nel 1894-95, spetta al direttore Giulio Cantalamessa, in un diverso ambiente ottagonale sito nell’odierna sala XXIII. Una nuova sistemazione viene proposta nella sala attuale, agli inizi del secolo scorso, da Gino Fogolari che volle un allestimento, con dossali e sedute lignee, che restituisse l’immagine dell’originale assetto nella Scuola. La disposizione dei teleri mutò radicalmente nel 1959-60, seguendo il nuovo progetto elaborato da Carlo Scarpa e Vittorio Moschini e in tale assetto espositivo si mantiene, quasi inalterato, fino ai giorni nostri.
Il restauro del ciclo di Sant’Orsola
Le opere si presentavano in uno stato conservativo discontinuo, che rendeva diversificata e localmente problematica la lettura estetica, a causa delle complesse vicissitudini conservative e restaurative cui le tele sono state oggetto. Numerosi sono gli interventi di restauro documentati, a partire da quello del 1521, con Carpaccio ancora in vita, quando: un depentor depense i theleri dela Scuola in piu luogi dove j erano rotti, sino a giungere all’intervento di Ottorino Nonfarmale, il quale, nel 1982-84, fodera tutti i dipinti, montandoli su telai lignei ad espansione, e procede poi alla revisione estetica della superficie pittorica.
Il progetto attuale è stato interamente sostenuto da Save Venice Inc. ed è stato preceduto da un’accurata fase di studio ed analisi diagnostica propedeutica, svolta a partire dal 2010 dal Laboratorio Scientifico presso la Misericordia e dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma.
Il restauro vero e proprio, è iniziato con l’Arrivo a Colonia, nel corso del 2013, che è stato eseguito, sotto la direzione dei lavori di Matteo Ceriana, da Anna Maria Marcone (coordinamento), Carla Zaccheo, Francesca Capanna e Paolo Scarpitti dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro.
La seconda fase è iniziata nell’agosto del 2016 con l’avvio dell’intervento sull’Apoteosi di Sant’Orsola, a cura del medesimo Istituto, ed è proseguita a partire da gennaio 2017 con il restauro di tutti gli altri teleri a cura del raggruppamento di imprese costituito dalla C.B.C. e da Egidio Arlango,sotto la direzione dei lavori di Giulio Manieri Elia e la direzione tecnica di Alfeo Michieletto.
La ditta Arlango ha curato il restauro completo dei seguenti teleri:
– Ritorno degli ambasciatori
– Commiato degli ambasciatori
– Partenza dei fidanzati
I lavori si sono conclusi nella primavera 2018.