La scultura in pietra policroma raffigura la Vergine con Bambino; si tratta di un’opera che nella storia religiosa di Noale rivestì a lungo notevole importanza. Originariamente era ubicata sull’altare della Confraternita dei Battuti dedicato alla Vergine, in cornu epistulae della Chiesa arcipretale dei Santi Felice e Fortunato.
Durante gli eventi bellici legati alla guerra di Cambrai, Noale veniva posta sotto saccheggio e incendiata, e in quello scenario di angoscia e devastazione una certa Maria Carraro, pregando, faceva voto alla sacra immagine affinché la propria casa venisse preservata dal fuoco.
Il prodigio destò molto clamore anche nel territorio limitrofo; la statua diventò oggetto di particolare venerazione contro le calamità degli incendi e da allora venne ricordata come Madonna del Fuoco.
Oggi l’antico altare, probabilmente in origine ligneo, non esiste più e, come testimoniano le fonti, la statua nel 1610 fu trasferita con solenne processione presso l’atrio dell’Ospedale. Qui venne col tempo allestita una vera e propria cappella e nel 1923 il gruppo scultoreo fu collocato entro l’attuale nicchia posta sulla parete destra dell’orartorio.
L’intervento di restauro è stato molto problematico soprattutto per la presenza di rifacimenti e delle numerose ridipinture che sono state applicate nel corso dei secoli; del colore originale, come hanno purtroppo evidenziato una serie di saggi stratigrafici eseguiti in varie parti della scultura, rimangono solo pochi frammenti ed il loro recupero avrebbe comportato mettere in luce ampie superfici di pietra naturale. Considerato il carattere devozionale che ancor oggi questa sacra immagine conserva è stato scelto, in accordo con la Direzione dei lavori, dott.ssa Monica Pregnolato, di non procedere all’asportazione di tutte le ridipinture ma solo di quella più recente, datata probabilmente agli inizi del ‘900. Il restauro ha previsto inoltre un accurato intervento di consolidamento e la riproposizione con tecnologia di reverse engineering della mano destra mancante della Madonna. La nuova mano è stata desunta con tecniche informatiche da quella sinistra ed è stata proposta con il palmo rivolto in alto nell’atto si sorreggere un frutto, analogamente all’iconografia di altri gruppi scultorei risalenti allo stesso periodo. Questa ricostruzione, diversificata nei materiali, è stata applicata a contatto senza incollaggi permanenti ne stuccature mimetiche ed è quindi facilmente rimuovibile.