L’Altare monumentale del presbiterio dei Frari di Venezia è stato eretto nel 1516 per volere di fra’ Germano da Casale, dinamico Guardiano dei Frari dell’epoca. Pur non essendoci, ad oggi, alcuna documentazione d’archivio che attesti chi fu l’autore gli studiosi sono propensi nell’attribuire alla bottega dei Bregno la realizzazione dell’opera e la sua progettazione, probabilmente sotto la supervisione di Tiziano.
L’Altare si presenta come un grande arco di trionfo: il foro centrale, occupato dall’Assunta di Tiziano, è affiancato da due grandi colonne scanalate poste su alti piedistalli; queste portano un’imponente trabeazione caratterizzata da un fregio decorato da bucrani e cherubini alternati.
E’ realizzato in pietra d’Istria con numerose finiture dorate e policrome; due figure di angeli
(forse opera dello stesso Tiziano) sono dipinte su intonaco a secco in entrambi i pennacchi dell’arco
centrale. L’Altare è coronato da tre statue a grandezza naturale: Cristo Risorto quella centrale, e i principali santi francescani, San Francesco e Sant’Antonio, rispettivamente alla destra e alla sinistra di Cristo.
I lavori di restauro, finanziati da Save Venice Inc., sono iniziati nell’aprile del 2019 e sono proseguiti a buon ritmo e secondo programma fino al fermo a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19.
Gran parte dei lavori relativi alle operazioni di pulitura dei vari elementi lapidei sono stati ultimati in base al protocollo operativo stabilito nella fase preliminare; la superficie, interessata da un forte annerimento provocato da polveri e nero fumo è stata pulita con modalità e materiali diversi a seconda dei materiali costitutivi (pietra d’Istria, dorature, parti decorate), della consistenza dello sporco da rimuovere e comunque sempre secondo un approccio rispettoso del passaggio del tempo e delle modifiche estetiche da esso prodotte.
Particolarmente soddisfacenti sono stati i risultati della pulitura in corrispondenza delle pitture dei pennacchi; la superficie pittorica, fortemente degradata, è stata prima consolidata con infiltrazioni localizzate di adesivo idoneo applicato mediante pennelli e siringhe e poi “liberata” da un consistente strato di sporco costituito anche da vecchi fissativi e ritocchi alterati.
Ora la decorazione pittorica che raffigura due angeli ha riacquistato la brillantezza originale prima perduta e svela, nonostante le diffusissime perdite di colore e le abrasioni presenti, una qualità pittorica del tutto inattesa ed inedita.
L’intervento sta procedendo in questi giorni con le fasi di stuccatura dei giunti di pietra e con i ritocco pittorico in corrispondenza delle finiture dorate e policrome.